Certamente la diminuzione di suore nell'apostolato della scuola pregiudica la coerenza carismatica, ma se le suore sono persone significative possono lasciare un segno anche se sono poche.
Inoltre non è indispensabile che la suora sia insegnante, anzi la mancanza di registro in mano oggi può favorire un rapporto più semplice e diretto con i ragazzi.
Per garantire l'impostazione cristiana e marcellina della scuola nell'insegnamento e nell'educazione può essere preziosa la presenza di una suora come dirigente scolastico, ma dobbiamo:
- organizzarci meglio per inventare e rivestire nuovi ruoli educativi, non necessariamente "manageriali" e "casalinghi"
- apprezzare, valorizzare, formare, responsabilizzare i laici nostri collaboratori
Per questo segnaliamo l'esigenza di destinare anche energie economiche che ci permettano di offrire ai laici percorsi formativi coinvolgenti.
Curare la formazione dei laici nostri collaboratori (docenti e non docenti):
non solo - professionalità,
ma anche:
- sapienza pedagogica
- consapevolezza del progetto di scuola cattolica
- conoscenza dello stile (per tutti) o adesione al carisma (per alcuni) specifico marcellino
Rimane sullo sfondo la questione del ridimensionamento, nei termini più volte indicati dalla Madre.
E' importante
- apprezzarli,
- interagire con loro fin dal livello di progettazione, non solo nel momento operativo e di verifica
- accostarli:
con umiltà, pronte ad imparare anche noi da loro
senza gelosie, concordando gli interventi educativi per il bene degli educandi
- mantenere ciascuno la propria identità vocazionale, di consacrate e di laici, per un'efficace complementarietà, senza pretendere che loro si comportino come noi (es. tempo a disposizione) né di comportarci noi come loro
- entrare in sintonia spirituale con loro.
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