Québec, 24 giugno 2008

Il Congresso eucaristico internazionale é durato una settimana, ma é stato preparato da un lungo cammino: quello dell’arca dell’alleanza, benedetta da Benedetto XVI in Vaticano. I giovani delle varie diocesi canadesi l’hanno portata attraverso tutto il Canada

Noi suore marcelline delle comunità canadesi, abbiamo seguito, per quanto ci è stato possibile, su internet, le celebrazioni e i festeggiamenti. Abbiamo vissuto così l’ apertura del Congresso:una bellissima cerimonia in cui i grandi fondatori della Chiesa canadese sono stati commemorati e resi presenti con marionette giganti e con la citazione delle loro parole.

Che commozione l’ordinazione di dodici diaconi della Chiesa del Québec, davanti al legato pontificio, ai vescovi, alle loro famiglie ed a una folla commossa!

Belli e commoventi anche gli interventi di alcune persone venute a dare le loro testimonianze.

Jean Vanier, il fondatore dell’Arca, ha parlato della presenza di Cristo negli handicappati, soprattutto nei malati mentali. Questo uomo, splendido per la sua profondità spirituale, ha ricordato come questi malati ci danno Gesù. Così ha raccontato di un bambino, che aveva ricevuto la Prima Comunione. Lo zio si era rivolto alla mamma dicendo:”Peccato che lui non abbia capito nulla della bella celebrazione! ” Ma il bambino, rivoltosi alla mamma rispose:” Non ti preoccupare, mamma,Gesù mi ama”. L’intervento di J. Vanier sarebbe da meditare continuamente in questo nostro tempo che vuole eliminare tutte le persone che non sono” perfette”.

Che dire dell’intervento della sorella del card. Francesco Nguyen Van Thuan, morto nel 2002? La signora Elisabetta ha ricordato alcuni episodi della prigionia del fratello nelle dure carceri del Vietnam del Nord, le sue celebrazioni dell’Eucarestia, di nascosto, con tre gocce di vino ed una di acqua, nel palmo della mano perché nessuno si accorgesse di quanto stava avvenendo.Ha pure ricordato che un giorno il fratello ha sentito una voce che lo invitava a scegliere tra Dio e le sue opere e gli chiedeva di scegliere Dio solo. Sulla nave che lo trasportava con altri 1500 prigionieri verso il nord, vedeva queste persone come la sua nuova”cattedrale”, come luogo dove esercitare il suo ministero.Prigionieri come lui, altri 300 preti contribuirono ad una singolare ed efficace opera di conversione dei prigionieri.

Suor Christiane ha partecipato al Congresso a partire da giovedì: era una dei 300 volontari, che hanno prestato il loro prezioso servizio durante il Congresso A motivo degli impegni scolastici di fine anno,Suor Ruth ed io non siamo potute essere a Québec durante tutta la settimana, ma soltanto il fine settimana. Una ex allieva, la cui madre aveva uno stand di oggetti religiosi all’interno dell’Expo Cité ci ha dato un passaggio in automobile,il che ci ha permesso di arrivare sui luoghi del Congresso nel primo pomeriggio di sabato. Gli incontri con persone conosciute o non conosciute, provenienti da tutte le parti del mondo, rendevano l’atmosfera del luogo molto particolare, molto bella. Tutti erano pronti a rendersi utili. Il nostro abito religioso ci permetteva di entrare dovunque anche senza essere iscritte al Congresso.

Che bello sentirsi chiamare per nome dalle ex allieve presenti; una di loro mi ha presentato il marito che ha sposato solo quindici giorni fa.

Abbiamo voluto dare priorità all’adorazione davanti al Santissimo Sacramento.

Siamo state più di due ore in due cappelle diverse . Dopo esserci esposte al sole di Dio (uno degli ostensori era proprio a forma di sole con dei grandi raggi). Abbiamo poi ascoltato una conferenza sui Fondatori della Chiesa canadese e l’Eucarestia. Consigliate dalla mamma di una ex-allieva della Villa ci siamo messe in coda. Ci siamo godute un’ ora di meditazione, di istruzione, di gioia. L’Eucarestia é stata al centro della Chiesa nascente canadese, forse anche per l’importanza data all’Eucarestia dal Concilio di Trento, in reazione alla Riforma protestante.

Maria tanto presente nei fondatori ci dice di guardare all’Eucarestia, non a lei. Come Maria era presente nella Chiesa nascente 2000 anni fa, così lo era pure nella nascente Chiesa del Canadà, in quella Chiesa che nasceva allora, ma che nasce pure oggi, perché la Chiesa é sempre in situazione di nascita.

Nella Chiesa di 400 anni fa non c’ era nessuna festa che non fosse organizzata intorno alla messa. Si dava grande spazio alle 40 ore, adorazione continua davanti al Santissimo Sacramento.Ci si esponeva così davanti a Dio per lasciarsi bruciare dal suo amore, unica forza, unica speranza in un mondo pieno di pericoli. Gli indiani non erano certo molto gentili verso i missionari.

Pensiamo ai martiri canadesi, i gesuiti Jean de Brébeuf e Isaac Jogues, barbaramente torturati, prima di essere uccisi.

A differenza di quanto succedeva in Europa, nella giovane Chiesa canadese si poteva comunicare spesso. Era un dono del Signore alla giovane comunità, in mezzo a tanti pericoli.

Jean de Brébeuf diceva:” Il giorno è per fare il bene, la notte per essere con il Signore”

Quali i segni della presenza dell’Eucarestia?

I fondatori della Chiesa del Québec sono sempre stati in stato di ringraziamento. La vita cristiana deve essere segnata soprattutto dal ringraziamento. Chi ha fatto loro attraversare l’Oceano? Cristo, Cristo che ha versato il sangue per loro? Si voleva che anche gli altri potessero prendere coscienza di questa splendida realta`.Il primo gesto di carità diventava dunque il far sapere che Dio ci ama. L’ossessione di questi fondatori é stata la salvezza delle anime. Hannno attraversato l’Oceano con tanti sacrifici perché non potevano tollerare che le genti del Canadà non sapessero che Dio li amava.” Preferirei morire piuttosto di perdere una sola anima” così scriveva il primo vescovo del Québec, Monseigneur de Laval.

“Il respiro della sua anima é l’Eucarestia”, si diceva di Marie Catherine de St Augustin.. “ Lo stesso Signore adorato nel Santissimo Sacramento é il Signore nascosto nei poveri” diceva Marie di Youville. Accogliere il Signore, lasciarsi trasformare come l’oro fuso per darlo al mondo. Se il Signore viene in noi è perché a nostra volta siamo mandati agli altri: Gesù lava i piedi degli apostoli!

E con questo invito al servizio, nel cuore, siamo andate ad aiutare la mamma della nostra ex-allieva a smontare lo stand. L’operazione é durata quasi quattro ore, ragion per cui siamo arrivate all’alloggio solo alle 10 di sera.Stanche sì, ma piene di gioia per la giornata vissuta.

Ed eccoci a domenica mattina, il grande giorno della celebrazione eucaristica della Statio Orbis, chiusura del Congresso. Ci siamo incamminate di buon mattino verso il luogo della celebrazione anche per dare la possibilità a Ruth di visitare velocemente Québec. Man mano che ci avvicinavamo alle Plaines d’Abraham, incontravamo altre persone dirette verso la stessa meta, con cui era facile parlare in lingue diverse. Il cuore era pronto al grande momento. Ancora incontri di persone conosciute, ma soprattutto la certezza di vivere un momento di Chiesa.Uno sgabello di cartone, un impermeabile trasparente in previsione della pioggia ed un’ ora e mezza di canti, di musica, per prepararci alla celebrazione.

Alle 11 in punto è iniziata la processione dei preti, dei vescovi e dei cardinali, accompagnata dal canto di cinque corali : 500 pueri cantores. Che bello vedere tanti sacerdoti, ma soprattutto moltissimi vescovi, provenienti da tutte le parti del mondo. I vescovi , più numerosi dei sacerdoti, portavano in cuore le loro diocesi, le loro Chiese.

I cardinali chiudevano la processione quasi mezz’ora dopo. Il legato pontificio, il card. Tomko é stato salutato dal Cardinale, primate del Canadà, Marc Ouellet, vescovo di Québec. Erano presenti alla messa le autorità civili, tra cui il Primo ministro del Québec, che ha definito l’avvenimento come” un secondo battesimo per il Québec”. La liturgia della Parola é stata fatta in tre lingue, in inglese, in spagnolo ed in francese.

Ed ecco che Benedetto XVI, collegato in diretta con noi, tiene l’omelia. Al suo apparire sugli schermi giganti, c’é stato un applauso prolungato della folla. É stato un momento grande di Chiesa, nel quale Benedetto XVI ha voluto parlare in diretta . Ha insistito sull’importanza dell’Eucarestia, centro della vita della Chiesa, e della messa domenicale :”L’Eucarestia é il nostro più grande tesoro, il sacramento per eccellenza.”ma ha pure aggiunto che” l’Eucarestia è un impegno esigente. Dobbiamo lavorare perché il nostro pianeta diventi un luogo dove tutti possano vivere, dove tutte le persone siano rispettate dal momento del concepimento alla morte naturale,dove tutti possano nutrirsi e far vivere la famiglia”.

Che bello avere il Papa davanti a noi,sentirlo parlare per noi! Ho voluto fotografare l’immagine che appariva sullo schermo per immortalare questo momento così solenne. Subito dopo il Credo, cantato in latino, il rito di offertorio: la nave, i prodotti della terra, che dovrebbero essere a disposizione di tutti.

Nel frattempo é incominciato a piovere, una pioggia che é andata aumentando al momento della Consacrazione e che é diventata abbandanza di grazie nel momento della comunione. I sacerdoti che distrinbuivano la comunione si proteggevano sotto impermeabili leggeri e trasparenti, o meglio proteggevano la pisside. I partecipanti, ricevuto Gesù, si mettevano in cammino per portare Gesù agli altri.

Un’ultima sosta per ricevere la benedizione finale ed eccoci tutti sulla strada di ritorno, con le scarpe inzuppate e la parte inferiore dell’abito fradicia, perché non protetta dall’impermeabile. Ma che importa tutto questo di fronte alla gioia spirituale serbata in cuore! Tutti hanno un grande sorriso e parlano della pioggia come abbondanza di grazie.

Una suora orsolina, eco di una Chiesa del lontano Oriente, da 51 anni in Giappone, ci ha accompagnate sulla strada di ritorno, raccontandoci della sua vita in quel Paese.

La Congregazione tutta era con noi ed é per questo che abbiamo voluto condividere quanto abbiamo vissuto durante questo quarantanovesimo Congresso eucaristico internazionale.

Suor Teresa Belgiojoso e Suor Ruth Pérez Pérez.